ESCLUSIVA - L'ex Ivan Rajcic a zona rossoblù: "Spero in una rimonta della Casertana. Tanti ricordi stupendi, un giorno vorrei tornare. Ecco perché venivo chiamato sindaco. E sul rapporto con D'Agostino...."
Nella serata di lunedì, come ogni settimana, è andata in onda sulle pagine Facebook di sportcasertano, tuttocasertana, sabato non solo sport e radio Caserta nuova, e sul canale YouTube di sportcasertano, zona rossoblù, trasmissione di approfondimento sul mondo Casertana condotta dai colleghi Domenico Vastante e Monia Monti.
Uno degli ospiti intervenuti è stato l'ex centrocampista rossoblù Ivan Rajcic che ha parlato del suo passato a Caserta, del suo presente e della Casertana attuale.
Il primo argomento, la vittoria di Frascati: "Vittoria importante, Cangelosi ha sistemato tutto, mancano dieci partite e tutto e possibile."
Sul campionato rossoblù: "Quando cambi tanto, non sempre vinci subito. Niente è perduto anche perché Cangelosi ha dato una svolta. Quando si vince, la squadra acquisisce maggiore autostima ed ora è il momento di spingere. Può ancora farcela malgrado il distacco, soprattutto quando viaggi il doppio rispetto agli altri."
Sul suo arrivo a Caserta e sulle stagioni in rossoblù: "Ero esigente in primis con me stesso, poi coi compagni. Se non ci mettevano impegno e dedizione, diventavo matto."
Sulla Casertana in serie D e la costruzione del nuovo stadio: "Dispiace vederla in D, non le appartiene, merita altre categorie. Stadio è un business, non sempre è garanzia di successo. Mi auguro che con gli investimenti, stadio incluso, si possano raggiungere obiettivi importanti."
Sulla stagione 2015/2016: "Senza la mia partenza e quella di D'Alterio, forse la storia sarebbe cambiata. Era un grande gruppo, per quell'anno provo un grande dispiacere. Ci sono stati tanti piccoli errori che ci sono costati la vittoria."
Sull'annata 2016/2017: "Eravamo io e Sasà D'Alterio le guide e nonostante la situazione societaria siamo riusciti a far bene e aiutare mister Tedesco alla sua prima esperienza in panchina."
Sul futuro: "Mi farebbe piacere tornare a Caserta, ma ora vivo il calcio marginalmente, dato che ho fatto una scelta di vita, con la famiglia. Vorrei tornare un giorno, nella vita mai dire mai."
Sul soprannome sindaco: "Forse mi chiamavano sindaco perché vivevo la città ed ero a contatto con la gente."
Sul ricordo più bello: "Se ne devo scegliere uno, il mio arrivo a Caserta perché non mi aspettavo questo tipo di affetto da parte della gente."
Sul rapporto con D'Agostino: "Mi sono lasciato in modo chiaro e trasparente. Ho lasciato perché nell'ultimo anno non mi sono sentito apprezzato e considerato, e quindi non ho avvertito la giusta fiducia. C'è stato rammarico perché non si è avuta la volontà chiara di trattenermi."