Casertana, col Catania pesante sconfitta ma vietato abbattersi. Dopo la Coppa Italia, col Monterosi bisogna solo vincere

02.10.2023 13:14 di  Antonio Papale   vedi letture
Mirko Carretta
Mirko Carretta
© foto di Giuseppe Scialla

La pesante sconfitta, nel gioco e soprattutto nelle proporzioni, conseguita ieri pomeriggio al Pinto dalla Casertana per mano del Catania consente di fare una riflessione che poi è la madre per fare qualsiasi discorso: i falchetti adesso stanno pagando l'enorme ritardo fisico rispetto ad avversari che hanno già una condizione accettabile e che ormai fanno le partite in base a questa situazione dei rossoblù. Come sempre però cerchiamo di prendere in considerazione i principali aspetti che la gara di ieri ha lasciato in eredità.

SCONFITTA PESANTE - C'è poco da dire: quella di ieri è stata una sconfitta pesante, soprattutto nelle proporzioni, contro un avversario che ha disputato la partita perfetta e che sicuramente metterà in campo tutte le sue armi pur di tornare in serie B.

NESSUN DRAMMA - È tutto vero: la sconfitta, il modo doloroso in cui è arrivata ma non bisogna fare nessun dramma, anche perché tutti avevano messo in conto che si sarebbe pagato ad un calendario folle che vedrà altre 7 partite tra campionato e coppa Italia. E poi le partite da vincere, da questo momento, saranno quelle con le avversarie dirette.

CALENDARIO MASSACRANTE - Come ha sostenuto Sarri per la sua Lazio sabato, Cangelosi ieri si è allineato al collega parlando di calendario massacrante, sul quale ha anche ragione ma che però non può essere un alibi eterno.

CALCIO CHAMPAGNE - È quello che ha mostrato ieri pomeriggio il fantasista etneo Cosimo Chiricò: nel primo gol ha beffato Venturi, vedendolo fuori dai pali, con una parabola assurda, nel secondo con un tiro a giro spentosi nel set opposto a quello di tiro. Ecco perché viene soprannominato il Maradona della C.

DIFESA SHOCK - Sul secondo e terzo gol, chiare sono le responsabilità della difesa rossoblù che non è riuscita ad arginare quella vecchia volpe che corrisponde al nome di Samuel Di Carmine, che ha annichilito il duo Celiento Soprano e dimostrando perché è un lusso per la C.

UNICO SUFFICIENTE - Andando a rivedere la gara di ieri, l'unico rossoblù che merita la sufficienza è Jack Casoli, che, come sempre, ha corso come un pazzo e lottato, ma purtroppo non è bastato.

NEL NOME DI MARCO - Una delle poche cose positive della giornata di ieri, è arrivata prima del match con la consegna della maglia rossoblù, effettuata dal presidente D'Agostino e dalla moglie, ai genitori di Marco Dongu, collega scomparso nei giorni scorsi. Per ricordarlo, poi, c'è stato un minuto di silenzio, nel quale a tanti di noi che abbiamo condiviso con Marco tanti momenti in tribuna stampa e in sala stampa è scappata più di una lacrima, per l'umanità e la correttezza da sempre mostrata da Marco.

SOSTEGNO INCESSANTE - L'altra nota positiva di una giornata infausta sono stati i tifosi che, nonostante il punteggio pesante, hanno incitato e alla fine applaudito i falchetti, ben capendo quel che stanno facendo.

COPPA, POI COL MONTEROSI PER VINCERE - In casa rossoblù, l'imperativo è archiviare i quattro schiaffi presi, sperando siano salutari, per pensare alla Coppa Italia a Latina, che deve essere l'occasione per dare spazio a chi è stato meno utilizzato e chi ha meno minuti nelle gambe, e soprattutto alla gara di Teramo col Monterosi, da vincere per dare connotati migliori alla classifica e presentarsi al recupero di Messina nelle migliori condizioni.