Casertana, a Messina un punto di cuore e arrivato grazie ai cambi. Adesso col Taranto è vietato sbagliare
Ieri sera al San Filippo altro pareggio per la Casertana che, dopo un pessimo primo tempo, è riuscita a rimediare ad una brutta situazione ed ha portato a casa un punto che alla fine può essere considerato positivo ma che non cancella un primo tempo bruttissimo. Fattore importante e decisivo nella conquista del punto in terra sicula, con gli innesti soprattutto di Paglino, Bakayoko e Damian che hanno dato maggior verve ai falchetti. Come sempre, però, cerchiamo di prendere in considerazione i principali aspetti che la gara di ieri sera ha lasciato via con sé.
AVVIO SHOCK - Sono bastati pochi secondi per capire che la partenza dei falchetti è stata bruttissima e da mandare a uno psicanalista per una sua visione approfondita. La dimostrazione sta soprattutto nel gol preso dopo nemmeno un minuto dove Gatti in collaborazione con Falasca si è perso Petrungaro, ma anche nel secondo una palla persa da Matese e una disattenzione nell'attuazione del fuorigioco hanno causato il gol. Nel complesso, è stato un primo tempo bruttissimo e da analizzare bene per far sì che non si ripeta più.
REAZIONE D'ORGOGLIO - È quella che si è avuta nel secondo tempo quando, vicini al baratro di una sconfitta sanguinosa per la loro classifica, i falchetti hanno tirato fuori gli attributi e portato a casa un punto dal peso specifico enorme.
LE SCELTE DI IORI - Nessuno vuole prendersi il posto del tecnico rossoblù, ma le scelte iniziali si sono rivelate non azzeccate, con Matese e Salomaa tra i peggiori in campo. Iori, però, ha avuto il grande merito di leggere la partita, capendo che bisognava cambiare ed infatti soprattutto Paglino ma anche Bakayoko hanno svoltato la partita e dato maggior incisività alle azioni rossoblù.
ESPERIENZA AL POTERE - Non perché i giovani stiano facendo male, ma ieri, a regalare il pari ai falchetti sono stati due tra i più esperti e due che fanno parte della vecchia guardia: Mirko Carretta, bravo a mandare due difensori al bar prima di incenerire Curtosi, e Filippo Damian che, da perfetto ex, ribadisce la legge anche se, pochi secondi prima, aveva sbagliato il rigore che aveva calciato. Della serie, esperienza al potere.
PAREGGITE, CHE MALATTIA - Col pari di Messina, i rossoblù sono arrivati a quattro come numero di pareggi. Se non perdere alla fine costituisce il lato positivo della medaglia, dall'altro lato non vincere fa sì che la classifica rossoblù sia negativa. Particolare da non sottovalutare: l'anno scorso dopo cinque partite il ruolino era lo stesso, poi sappiamo tutti com'è andata a finire.
VIETATO SBAGLIARE - Come ha detto bene Iori nel post gara in terra sicula, ora bisogna subito pensare al Taranto, dove non ci sarà Bacchetti per squalifica, dove bisognerà capire la condizione generale prima di decidere la formazione da schierare ma dove sarà soprattutto obbligatorio vincere e vietato sbagliare. Qualora, però, non dovesse arrivare la vittoria martedì sera, oltre al rischio di avere un ambiente depresso, bisogna poi considerare che il calendario non aiuta la squadra di Iori e con una classifica che potrebbe poi diventare pericolosa.